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Vale's Experiment

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Vale810
view post Posted on 4/7/2011, 21:54




Nota:Ho aperto questa galleria di scrittura pur non scrivendo molto personalmente..mi è sempre piaciuto buttare giù i miei pensieri e spesso partecipo ai contest di questo forum sulla scrittura ma non scrivo regolarmente (e anche per fortuna direi) quindi qui saranno pubblicate le storie con cui partecipo ai contest e magari qualcosa che mi verrà voglia di scrivere. Perdonatemi gli errori e sono ben accetti i consigli!

Titolo:“Nero, Bianco, Rosso”
Commenti: L'ho scritta per il contest interno: "Noi il finale, voi la storia"
e posto anche l'immagine che vanna ha messo come finale per la storia perchè penso aiuti meglio a capire la storia.
Danielle era per tutti una ragazza tranquilla, era lì in una giornata di novembre ad aspettare un tram e passava innosservata con la giacca, la gonna con sotto i leggins e le scarpe dell’unico colore che dominava nel suo armadio:il nero.
Aveva le cuffie dell’ipod e guardava a terra invisibile, a scuola aveva vari amici che potevano essere tranquillamente definiti compagni simpatici, di quelli che appena finita la scuola non vedi più e di cui neanche ti preoccupi, Non era mai stata brava a stringere rapporti duraturi ma di certo non era sociopatica o depressa.
Danielle con le sue cuffie bianche e la tendenza al monocromatismo in ogni cosa che faceva era una ragazza che viene definitiva nella norma: simpatica e con una accettabile dose di allegria ,non bella ma neanche brutta e si poteva andare avanti all’infinito descrivendo cioè che non era ma nessuno in realtà conosceva ciò che era, con i genitori morti da tempo in un macabro incidente stradale e una nonna che non conosceva bene non c’era nessuno che potesse dire cosa in realtà era la ragazza tranne il ragazzo che la osservava dall’altra parte della strada nascosto dalle banchine dei tram. Era questo quello che pensava di lei, che nessuno la conosceva bene quanto lui e che nessuno poteva quindi scoprire quanto quella ragazza quasi invisibile fosse in verità speciale.
Danielle alzò la testa e incontrò con i suoi occhi azzurri limpidi quelli nocciola del ragazzo dall’altra parte della strada e li spalancò in una esternazione di muta sorpresa fissandolo finchè il ragazzo contrariato si dileguò nella nebbia dell’autunno che sfumava in inverno.
Danielle sbattè le ciglia chiedendosi con il cuore a mille se avvesse avuto un’allucinazione o se il ragazzo che era scappato era sul serio Lucien, che non vedeva da 4 anni e che gli mancava al punto da farle avere allucinazioni fortissime.
Era stato facile innamorarsi di quel ragazzo moro con gli occhi nocciola, nessuna descrizione avrebbe reso giustizia al suo aspetto intrigante e fascinoso perché sebbene non avesse nessuna caratteristica particolare aveva una luce e un luccichio negli occhi che spingeva le persone a girarsi a guardarlo quando passava.
L’aveva conosciuto 5 anni prima a 15 anni, un’età in cui ci s’innamora facilmente ma , al contrario di tutte le altre coetanee, lei non aveva mai dimenticato Lucien e i suoi occhi brillanti che la guardavano come se riuscisse a vedere tante cose in lei che nessun’atro riusciva a percepire e non era riuscita ad odiarlo anche se dopo un’anno in cui erano stati inseparabili era sparito senza una spiegazione e non l’aveva più sentito: Il giorno prima era fra le sue braccia felice come mai prima e totalmente inconsapevole che il giorno dopo e quelli dell’avvenire li avrebbe passati aggrappata al cellulare o al mouse sperando in messaggi o chiamate di spiegazione che ovviamente non erano mai arrivate e in cui aveva smesso di sperare.
Mentre la sua agitazione saliva si chiese cosa stesse provando al pensiero del suo ritorno, della sua ricomparsa anche per pochi brevi istanti. Era sempre stato lì a sorvergliarla?
-Maledizione!- pensò il ragazzo con gli occhi persi in quelli della ragazza dall’altro lato della strada e poi fuggì sul marciapiede scansando passanti e correndo verso la sua macchina. Appena dentro si senti megliò e riuscì a rischiararsi le idee. Era tutto a posto si disse, doveva comunque incontrarla prima o poi ed ora lei sapeva che lui era in città.
Recuperata la calma avviò il motore e partì diretto verso la riva del lago vicino a casa di lei dove sapeva di arrivare primo e, dopo una breve tappa, arrivò e sedette sul prato umido ad aspettarla.
Il paesaggio tutto’intorno non era cambiato e se ne rallegrò, non andava li da 4 anni eppure era tutto esattamente lo stesso tranne la figura seduta sull’erba che ricordava più piccolo come corporatura. All’improviso incontrò di nuovo gli occhi cosi intriganti e si fermò con il cuore in gola, per poi correre verso casa sopraffatta. Senti suonare il campanello qualche ora dopo a cui rispose sua nonna e attese terrorizzata i passi salire in camera sua ma si affacciò solo la nonna con una scatola in mano. –Questa è per te l’hanno appena portata.- disse e la lasciò con la scatola e uno sguardo curioso. Danielle sfiorò la scatola bianca immacolata e ne tirò fuori un semplicissimo vestito bianco e un biglietto: Mi troverai sempre al solito posto .Tutti i giorni d’ora in poi.
Quella notte mentre navigava fra sogni e incubi del passato con il biglietto sotto il cuscino prese la decisione di affrontarlo il giorno dopo e il mattino corse in corridoio con il vestito bianco e delle ballerine nere afferrando un’ombrello sgargiante rosso che di sicuro non apparteneva a lei. Con in mano l’ombrello chiuso corse fino alla riva dove vedeva la sagoma del ragazzo tra la pioggia e questa volta corse fino ad arrivare ad un metro da lui restando ad aspettare.
Lucien fece un passo verso Danielle e le prese l’ombrello rosso dalle mani per aprirlo sopra le loro teste, sentiva il calore e il profumo della ragazza vicinissimi, ringraziò il cielo per vederla ancora lì come 4 anni fa e iniziò a parlare.
Danielle ascoltava la voce che aveva spesso sognato e si meravigliava di quanto sembrasse reale e di quanto le procurasse sollievo, quasi non sentiva le parole ma non le sembrava questo l’importante, si concentrava sulle sue labbra e ci si avvicino inconsapevolmente fino a baciarlo interrompendolo a metà frase: dopo aver agognato spiegazioni, all’improvviso non contavano più nulla tranne quel contatto, quel calore e le sue mani sui fianchi. Mentre si baciavano la pioggia smise di scendere inosservata lasciando le due persone sotto l’ombrello a baciarsi, tutto il mondo sembrava in bianco e nero per effetto delle nubi e del grigiore che si spandeva in quel giorno di fine novembre tranne l’ombrello, l’ombrello rosso che risplendeva sopra le teste dei due amanti e segnalava la straordinarietà del loro legame.

Immagine:
 
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